Metodo e strumenti

La convinzione che siano importanti le persone, le loro storie e i loro problemi più che le sostanze che esse consumano e le patologie che essere presentano, continua a guidare molte scelte e orientamenti terapeutici fondamentali.
Pur rimanendo fondamentale la dimensione gruppale, strumento principe del trattamento in comunità, ci siamo sempre più affinati nell’analisi della domanda e dei bisogni portati da quanti si accostano ai nostri programmi, al fine di poter offrire servizi quanto più possibile rispondenti alle necessità di ciascuno. Questo ha portato ad una progressiva diversificazione dei trattamenti fino alla maturazione della convinzione che sia necessario procedere, per quanto possibile, sulla base di Progetti Individualizzati di Trattamento, definiti con i Servizi Invianti e la persona interessata, ancor prima dell’ingresso in comunità.
Per questo motivo il Gruppo Incontro si è dotato nel tempo di competenze, strumenti e risorse utili per ampliare il ventaglio di prestazioni possibili da attivare nel corso dei trattamenti.

LA MULTIDISCIPLINARITA’: UN ASPETTO INDISPENSABILE
Ogni sede operativa è garantita dalla presenza di equipe multidisciplinari formate, a seconda dei programmi, da medici tossicologi e/o psichiatri, infermieri, educatori, psicologi, operatori qualificati, assistenti di base. Il trattamento delle dipendenze patologiche non può infatti prescindere da un’impostazione di interventi su vari livelli, da quello farmacologico, dove necessario, a quello psicologico ed educativo, fino a quello sistemico e familiare. Mai come in questo campo l’unica strada percorribile è la multidisciplinarietà e la disponibilità a lavorare in equipe. Ciò significa che diverse professionalità e diversi modelli devono essere utilizzati in maniera non unica ed esclusiva e permettere di dare una soluzione adeguata al problema proposto da quella particolare persona in quel particolare contesto.

 

LA PSICOTERAPIA: UN VALORE AGGIUNTO
Oggi i nostri programmi si contraddistinguono per la capacità di offrire interventi altamente specialistici per il trattamento delle dipendenze, anche associate a disturbi psichiatrici (doppie diagnosi), e per la possibilità di attivare, là dove necessario, percorsi di psicoterapia a vari livelli (individuale, gruppale, di coppia, familiare), avvalendosi di uno staff di professionisti di vario orientamento, da quello cognitivo comportamentale, a quello sistemico, a quello umanistico. Molti pazienti chiedono espressamente o comunque manifestano, in modo più o meno diretto, il bisogno di avere uno spazio di elaborazione e di comprensione dei loro disagi, che va oltre le funzioni normalmente svolte dall’operatore della comunità. In questo senso l’introduzione dell’intervento psicoterapeutico ha permesso di ridefinire gli ambiti e i confini d’intervento delle varie figure professionali coinvolte nel trattamento residenziale, contribuendo a ridurre le tensioni emotive presenti all’interno dei gruppi. E’ di fondamentale importanza aver delineato il campo di competenza dello psicoterapeuta creando un setting preciso, evitando di entrare nel merito di situazioni pratiche e gestionali, legate al vivere quotidiano in comunità, che sono di competenza dell’educatore. Questo non significa non tenere conto del contesto ben specifico nel quale il paziente è inserito né il fatto che egli abbia a che fare con altre figure terapeutiche. Resta comunque parte integrante dell’intervento psicoterapeutico, aiutare il paziente ad utilizzare al meglio la Comunità e gli strumenti che essa fornisce (gruppo, regole, equipe degli operatori).

 

PRESTAZIONI PER DCA: UNA NOVITA’
Sempre più spesso osserviamo nella pratica clinica la compresenza di disturbi di dipendenze da sostanze e/o alcol e disturbi della condotta alimentare. I disturbi del comportamento alimentare sono le malattie mentali che coinvolgono e sconvolgono più profondamente il corpo e la sua biologia. Nel corso del tempo processi psichici e somatici interagiscono tra loro e contribuiscono a determinare, mantenere e complicare i quadri clinici. Nei casi di anoressie e bulimie associate ad abuso/dipendenza da sostanze, tipiche (alcol, droghe) o atipiche (lassativi, diuretici, anoressanti), in atto o pregressa, è essenziale, innanzi tutto un’accurata valutazione diagnostica, anche con strumenti psicometrici specifici, per il riconoscimento della doppia diagnosi e la ricostruzione della storia dei due disturbi e delle loro intersezioni e interazioni. Anche gli esami medici vanno adattati ai problemi in gioco. Non esistono strategie di intervento specifiche e sostanzialmente diverse dagli altri casi, basate su dimostrazioni di efficacia; l’unica cosa certa nell’affrontare tali problematiche sta nell’impossibilità di leggere il problema da un’unica angolazione, ed è probabile che il trattamento ideale sia un intervento simultaneo, combinato, sui due disturbi. Questo ha portato le equipe a dotarsi di competenze e strumenti idonei da programmare di volta in volta sulla base dei bisogni ed in accordo con i servizi invianti: visita nutrizionale e controlli periodici, tutoraggio alimentare con pranzi assistiti e compilazione del diario alimentare, gruppi tematici, interventi psicoterapici specifici. Le terapie così integrate, mirano a farsi carico della persona nella sua unicità e totalità, evitando conflitti e frammentazioni, perseguendo piuttosto obiettivi di integrazione. In caso contrario, lo scenario della cura rischia di riprodurre la scissione corpo mente che sottende questi disturbi.

 

L’ARTE TERAPIA: UN AUSILIO IMPORTANTE
L’Arte Terapia comprende l’insieme delle tecniche e delle metodologie che utilizzano il processo creativo delle attività artistiche come mezzo terapeutico, finalizzato al recupero ed alla crescita della persona nella sfera emotiva, affettiva e relazionale. L’intervento di arte terapia è finalizzato ad accogliere i pazienti in un contesto che faciliti la compliance terapeutica e offra buone opportunità per la loro presa in carico nei nostri programmi. L’obiettivo principale è quello di fornire uno strumento che favorisca l’espressione di sé e delle proprie emozioni in una modalità indiretta e protetta, attraverso, cioè, la mediazione “artistica”.
L’immagine prodotta, viene usata dall’arte terapeuta per attivare risorse immaginative che possono dar forma visibile e concreta allo stile delle modalità difensive e relazionali del paziente. L’immagine viene guardata e osservata in modo da attivare nel paziente un senso di autoefficacia, sostenendone e favorendone l’autostima, ma al tempo stesso può diventare uno specchio attraverso il quale il paziente può vedere da solo od essere invitato, se il momento è opportuno, a osservare aspetti di sé più problematici.
Il percorso di arte terapia si snoda attraverso aree tematiche che stimolano, sostengono e fanno da “cornice” alla creazione di immagini originali da parte dei pazienti.
Le immagini prodotte, non vengono giudicate o interpretate né dal punto di vista estetico né psicologico, non ci sono “compiti da svolgere bene o male”, né test da superare, non ci sono errori.
L’offerta di un lavoro concreto, di un’esperienza attraverso l’utilizzo di materiali pittorici ed extrapittorici, viene in genere vissuta come qualcosa di inaspettato, ma forse anche piacevole. Lo spostamento dell’attenzione sulle qualità sensoriali dell’esperienza (disegnare, tagliare, ecc..) facilita l’allentamento di tensioni e di controllo relazionale e i pazienti appaiono più disposti ad aderire alle regole del contesto. L’attivazione, inoltre, di aree legate all’immaginazione rafforza le capacità di dare senso e collega intimamente esperienza corporea e riflessione su di sé. L’arte terapia è presente nei centri di San Felice, Uzzo, Serravalle e Collina e si svolge una volta a settimana.

 

I LABORATORI: DALL’IDEAZIONE ALLA REALIZZAZIONE
Non sempre è possibile garantire stabilmente l’attività di laboratorio nelle sedi residenziali e semiresidenziali, in quanto si tratta di attività spesso finanziate all’interno di progetti specifici, oppure svolte da personale volontario che mette a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per periodi di tempo ben definiti. L’unico laboratorio permanente è quello di ceramica e si trova nella sede operativa di Collina. Periodicamente poi, vengono attivati laboratori fotografici, di scrittura creativa, di progettazione grafica. La partecipazione al laboratorio di ceramica è libera, sono le persone inserite in programma che scelgono se parteciparvi o meno. Il materiale maggiormente utilizzato è l’argilla rossa, cotta dipinta e invetriata in forno elettrico. Il programma di lavoro essenzialmente viene svolto seguendo due direttrici: una a libero tema, un’altra più strutturata con un tema scelto dal gruppo. Per “libero tema” si intende la realizzazione di un qualsiasi manufatto al fine di acquisire la conoscenza della materia ed i fondamentali per poter fare in seguito lavori più strutturati. I “lavori a tema” sono invece molto più complessi e implicano una strategia articolata volta a realizzare l’idea tema attraverso un percorso stabilito.
L’attenzione a salvaguardare l’esistenza di queste attività è continua, non solo per la funzione ludico-creativa che svolgono, ma anche per l’occasione di apprendimento metodologico che rappresentano: dall’ideazione, alla progettazione, alla realizzazione finale di un prodotto. Per molte persone si tratta del primo lavoro ideato, realizzato e portato a buon fine con soddisfazione e con un iter documentato. Il passaggio da “non sono capace” a “se mi impegno con l’aiuto degli altri riesco” è fondamentale nella cornice più ampia del trattamento.

 

L’ATTIVITA’ MOTORIA
L’attività motoria, in generale, è incoraggiata e favorita all’interno delle sedi operative, ma con modalità diverse, a seconda del progetto individualizzato concordato con i Servizi Invianti e delle caratteristiche delle sedi. Le sedi operative collocate vicino alla città possono infatti più facilmente usufruire degli impianti sportivi presenti sul territorio pistoiese (piscine, palestre), mentre quelle più distanti fanno fronte alla mancanza di infrastrutture organizzando periodicamente escursioni, camminate, jogging, partite di calcetto e pallavolo all’aperto.

 

IL COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA
Nella nostra lunga esperienza di trattamento delle addiction e dei disturbi psichiatrici si è dimostrato sempre molto utile, là dove possibile, il coinvolgimento della famiglia e/o delle figure di riferimento principali del paziente. Per questo motivo, nel corso del programma, periodicamente sono previsti con i familiari colloqui di conoscenza, approfondimento e confronto con gli operatori, oltre a gruppi multifamiliari a cadenza mensile; inoltre dopo i primi mesi di trattamento in comunità, i pazienti cominciano a svolgere brevi verifiche a casa, al fine di confrontarsi gradualmente con il proprio ambiente socio-familiare di riferimento.

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